Vanessa Gravina Giulio Corso
Esiste la “commedia perfetta”? Forse sì. Secondo alcuni critici è “Il matrimonio di Figaro” di Beaumarchais, secondo altri è “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde. Sul più bel dramma giudiziario però non ci sono dubbi: “Testimone d’accusa” di Agatha Christie. Il gioco non verte tanto sulla psicologia dei personaggi (ci si aggira tra simulatori occulti, assassini, grandi avvocati) quanto sulla perfezione del meccanismo. È infernale questo meccanismo, con un colpo di scena dopo l’altro, in un crescendo raveliano, una battuta dopo l’altra. E la costruzione “giudiziaria”? Impressionante per precisione e verità, come se l’avesse scritta il più grande giudice inglese del secolo scorso. Lo spunto, come spesso accade nelle opere della Christie, parte dalla storia di una donna tradita dal marito più giovane; ed è uno spunto autobiografico. L’autrice fu tradita dal primo marito (di cui però portò sempre il cognome) e sposò poi un uomo molto più giovane di lei. In questa versione teatrale diretta da Geppy Gleijeses troviamo protagonisti Vanessa Gravina e Giulio Corso insieme a Paolo Triestino.
di Agatha Christie
Traduzione Edoardo Erba
con Yaser Mohamed, Antonio Tallura, Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo, Michele Demaria, Erika Puddu, Lorenzo Vanità
Regia Geppy Gleijeses
Scene Roberto Crea
Costumi Chiara Donato
Artigiano della luce Luigi Ascione
Musiche Matteo D’Amico
Martedì – sabato: 20:45
Domenica: 15:30
Sabato 28 ottobre: 15:30 e 20:45
Prezzi in via di definizione.
Spettacolo incluso nell’abbonamento Prosa 2023/24.
Durata: 135 min.
Non è previsto intervallo.